AVVOCATO MICHELE PICCO Studio legale Udine, via Mercatovecchio 39. Ricorsi alla Corte Europea Diritti dell'Uomo
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Aree di competenza

Aree di competenza - AVVOCATO MICHELE PICCO

Lo studio legale offre consulenza ed assistenza legale giudiziale e stragiudiziale nelle aree del diritto civile, penale ed amministrativo, con prevalenza nelle seguenti tematiche.

DIRITTO CIVILE

Comunione, condomino, locazioni, recupero crediti, obbligazioni e diritti reali, contrattualistica, appalti, esecuzioni mobiliari ed immobiliari, diritto fallimentare, responsabilità civile ed infortunistica sia stradale che sui luoghi di lavoro, diritto del lavoro, diritto di famiglia separazioni e divorzi, azioni  a difesa del possesso e della proprietà, responsabilità contrattuale ed extracontrattuale.

DIRITTO PENALE

responsabilità degli entri 231/01, diffamazione, lesioni personali, truffa, appropriazione indebita, calunnia, danneggiamento, furto, violazione di domicilio e proprietà privata.


DIRITTO AMMINISTRATIVO

Espropriazioni, provvedimenti contingibili ed urgenti, urbanistica.

 

RICORSI ALLA CORTE EUROPEA

Violazione del diritto all’equo processo (art. 6), ad un ricorso effettivo avanti all’autorità giudiziaria (art. 13), alla proprietà privata (art. 1 prot 1), alla vita privata e familiare  (art. 8)

 

L'avvocato Michele Picco si è laureato in Giurisprudenza presso l'Università degli studi di Trieste nell'anno 2003 con una tesi in diritto privato dal titolo "Contratto preliminare di compravendita immobiliare, una prassi commerciale tra dottrina e giurisprudenza”.

Dal 2003 al 2006 ha svolto la pratica forense a Trieste presso lo studio legale Kostoris e Associati.

Nell'anno 2006 ha conseguito l'abilitazione all'esercizio della professione forense presso il Distretto di Corte D'Appello di Trieste.

 Nell'anno 2007 ha frequentato il Master in Diritto dell'Unione Europea nell'economia e nei trasporti tenuto dall'Università di Udine e dal consorzio ETL discutendo una tesi finale dal titolo "Il sistema concessionario autostradale italiano".

 Nell'anno 2008 ha svolto un periodo di lavoro presso l'Ufficio di Collegamento della Regione Friuli Venezia Giulia a Bruxelles.

 Dal 06.06.2008 è iscritto all'Ordine degli avvocati di Udine.

 Nell'anno 2008 ha frequentato a Milano il corso di perfezionamento sul processo amministrativo organizzato dalla Società Italiana degli Avvocati Amministrativisti.

 Nell'anno 2010 ha seguito il Master in "Europrogettazione ed accesso ai finanziamenti" organizzato dal Sole 24 Ore a Milano.

 Nell'anno 2012 ha frequentato il Master di preparazione alla carriera diplomatica, organizzato dall'Istituto per la Ricerca sul Negoziato di Gorizia con particolare interesse per il modulo di lezioni sul Diritto Internazionale e sulla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, nonché sul diritto dell’Unione Europea.

 Dall’anno 2012 l’avv. Michele Picco si occupa della redazione di ricorsi alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo (CEDU) di Strasburgo, con diversi accoglimenti, ultimo in ordine di tempo con sentenza emessa in data 24.06.21 su ricorso n. 40910/19. Tale attività si sostanzia anche nella redazione di pareristica nonchè ricorsi interni e/o parti di esso anche per conto di colleghi, con richiami ed argomentazioni relativi al diritto ed alla giurisprudenza Cedu.

 

 Esperienza consolidata nell’ambito del diritto Ue con la predisposizione di richieste di rinvio pregiudiziale in sede di procedure interne, anche per colleghi avvocati.

 

 Esperienza consolidata nell’ambito del diritto internazionale, con predisposizione di atti o parti di essi contenenti riferimenti a normativa (diritto convenzionale e consuetudinario e posizioni dottrinali e giurisprudenziali).

 

 Nel corso dell'anno 2016 ha partecipato al corso di studi intitolato "La Tutela dei Diritti Umani presso la Corte Europea dei Diritti dell'Uomo" organizzato da "EIUC European Inter-University for Human Rights and Democratisation" in Venezia.

 

 Dall’anno 2016 all’anno 2020 ha frequentato diversi seminari di lezioni organizzati da Era (European research academy in Trier) sul diritto dell’unione europea in varie città d’Europa (Barcellona, Cracovia, Lisbona, Brussel).

 

 Negli anni 2019-2020 ha frequentato la “Scuola di Alta formazione specialistica dell’Avvocato internazionalista” ed il Corso di specializzazione sulla Convenzione dei diritti umani ed è attualmente in attesa di ottenere la specializzazione in Diritto Internazionale.

 

 

 

Messaggero Veneto del 24 aprile 2015

Messaggero Veneto del 24 aprile 2015 - AVVOCATO MICHELE PICCO

CIVIDALE. Non hanno gradito i mancati dividendi. Né il deprezzamento delle azioni. Sacrifici che però hanno dimostrato di comprendere, al momento decisivo cioè quello del voto. Chiamati ad approvare il bilancio 2014, i soci della Banca di Cividale hanno infatti licenziato il documento a larghissima maggioranza.

Appena 27 i contrari. Il resto della partecipata assemblea ha saputo inghiottire il boccone amaro e scommettere ancora una volta sul futuro della «grande, piccola banca cividalese» come è stata definita da uno dei tanti soci intervenuti. Non sono mancati i momenti di tensione.

L’avvocato Michele Picco, della “scuderia” Comelli, ha sventolato un euro, alludendo, in relazione alle azioni, alla «difficoltà dei soci di disporre del proprio denaro e alle mancate risposte delle filiali. Le azioni - ha affermato - sono di difficilissima collocazione e c’è il concreto rischio di perdere i nostri soldi».

Per l’imprenditrice Indira Fabbro, “sponsor” del presidente uscente, il deprezzamento era inevitabile. «Dopo anni in cui le azioni si sono rivalutate, l’attuale situazione di crisi obbligava a questa scelta che consentirà quantomeno di liquidarle in breve tempo».

A scaldare i soci, passati senza soluzione di continuità dal commentare il conto economico al deprezzamento del titolo, anche la manutenzione operata allo Statuto. Osservato speciale: l’articolo 5, modificato attribuendo al cda la facoltà di aumentare direttamente il capitale sociale - fino a un massimo di 15 milioni di euro entro il 2019 - senza passare dall’assemblea, accorciando dunque i tempi, ma restando nell’orbita di stringente controllo operato da Bankitalia che continuerà ad avere l’ultima parola. Sottotesto ai vari interventi è stato lo scouting elettorale.

«Se è vero che gli amministratori devono rappresentare il territorio nella sua sostanza economica, chi meglio di Tilatti, imprenditore e leader regionale della Confartigianato, può farlo?», ha chiesto il commercialista udinese Gianfranco Romanelli, deprecando l’ipotesi di una «banca popolare governata dai dipendenti. Quando sono state gestite dal vertice operativo non hanno funzionato».

All’opposto, Massimo Bolzicco, presidente del comitato dei soci dipendenti, ha rivendicato un futuro fatto «di capacità decisionale e innovazione. Dobbiamo interpretare il cambiamento - ha detto - ponendo nei posti più importanti persone con conoscenze tecniche del settore ben chiare nel loro curriculum».

L’invito è andato a segno. L’assemblea ha infatti premiato Andrea Stedile e Mario Leonardi. Il “braccio di ferro” tra i soci dipendenti e la corrente filo-tilattiana interna al cda, ha dato dunque elettoralmente ragione ai primi, ma il consiglio guidato fino a ieri dall’imprenditore di Remanzacco ha come detto incassato la fiducia su tutti i punti squisitamente economici.

«Il dato più importante è che siamo tornati all’utile: 10 milioni di consolidato, 5,8 per la banca individuale», ha sottolineato a margine dell’assemblea il direttore generale Gianluca Benatti, approdato a Civibank da appena tre mesi e ieri alla sua prima assemblea. «La gestione caratteristica - ha proseguito il dg - sta facendo dei risultati così come la finanza, che sta prendendo rischi moderati e contribuendo al conto economico in maniera importante. In un contesto molto difficile».

Che ha indotto i vertici della banca ad accantonare l’utile e non concedere i dividendi, così come a deprezzare l’azione. Passata da 24,50 euro a 19,60.

«In un contesto bancario qual è quello del Fvg, che soffre anche più del Nordest, è stata presa una decisione che non cerca il consenso, ma anzi si espone a critiche: portare l’azione al valore in cui sono avvenuti 300.000 scambi nel corso

dell’ultimo anno prendendo atto di una realtà. Così, autorizzati dall’autorità di vigilanza, abbiamo stabilito un “pavimento” - ha concluso Benatti - prevedendo che nelle varie aste il valore possa salire o scendere, non più del 10% rispetto all’asta precedente. E mai sotto i 19,60 euro».

Messaggero Veneto del 19 giugno 2014

Messaggero Veneto del 19 giugno 2014 - AVVOCATO MICHELE PICCO

Cividale, la banca chiede i danni a Pelizzo

di Luana de Francisco È stata la giornata delle parti civili. Di tutti coloro, cioè, che dal presunto scambio di utilità in voga tra il 2004 e il 2010 tra un gruppetto di ex dirigenti della Banca di Cividale e un'altrettanto ristretta cerchia di imprenditori friulani e veneti, ritengono di essere usciti personalmente danneggiati. E che ora, per questo, pretendono un equo risarcimento. Da tutti, ex presidente Lorenzo Pelizzo compreso. L'udienza preliminare cominciata ieri a carico degli otto imputati nel procedimento che li vede accusati, a vario titolo, delle ipotesi di reato di estorsione o corruzione tra privati - per un danno calcolato in oltre 21 milioni di euro -, violazione del Testo unico bancario e induzione a dichiarare il falso agli inquirenti, è durata quasi quattro ore, arenandosi fin da subito su una serie di eccezioni preliminari e approdando per il momento alla sola ammissione delle parti civili. Passaggio, questo, di non poco peso - giuridico e anche politico -, visto che a chiedere i danni è anche la stessa Banca popolare di Cividale. L'udienza si svolge davanti al gup del tribunale di Udine, Paolo Alessio Vernì. In aula, oltre al procuratore aggiunto Raffaele Tito, titolare dell'inchiesta che, nella primavera scorsa, ha fatto letteralmente saltare i vecchi equilibri dell'istituto di credito, uno stuolo di legali. A cominciare proprio dall'avvocato Ivan Frioni, giunto da Milano per formalizzare l'istanza di costituzione di parte civile per conto della Cividale. Come lui, anche i colleghi Roberto Paviotti, legale del notaio e socio Pierluigi Comelli (storico e strenuo oppositore di Pelizzo), l'avvocato Marino Ferro, in rappresentanza della curatela di Cogefa (una delle ex società del gruppo di Franco Pirelli Marti) e gli avvocati Michele Picco e Teresa Dennetta, che nel procedimento assistono altri sei soci, tra i quali l'ex senatore Rinaldo Bosco e il medico di base di Latisana Khalid Kussini, protagonista della protesta inscenata lo scorso dicembre davanti alla filiale latisanese della Cividale, per la mancata liquidazione, a sei mesi dalla richiesta, dei circa 90 mila euro di azioni acquistate 18 anni prima. Uscito da una Camera di consiglio lunga più di un'ora, per sciogliere le riserve rispetto all'eccezione sollevata da alcuni difensori in merito alla titolarità dei soci a ottenere un risarcimento diretto, considerata la contestuale costituzione della banca, il giudice si è espresso per l'ammissione di tutte le parti. Si conoscerà nella mattinata di domani, invece, la decisione sulle due ulteriori eccezioni relative rispettivamente alla supposta nullità del capo d'imputazione, per indeterminatezza del reato - il pm ha contestato l'estorisione o, in alternativa, la corruzione tra privati -, e all'istanza di riunione dei due procedimenti in corso a carico dell'ex direttore generale Luciano Di Bernardo (l'altra si riferisce alla bancarotta di Fingestim), avanzata dagli avvocati Luca Ponti e Pasquale Pantano (foro di Milano), che lo difendono. Nel procedimento, oltre a Pelizzo (assistito dall'avvocato Maurizio Conti) e Di Bernardo, risultano coinvolti anche l'ex vice direttore Gianni Cibin (avvocato Maurizio Paniz) e gli imprenditori Franco Pirelli Marti (avvocati Luigi Francesco Rossi e Federica Tosel) e Gianni Moro (avvocato Marco Vassallo, di Venezia), che con le loro rivelazioni diedero il via all'inchiesta, e Daniele Lago (avvocati Giuseppe Maiolino, di Bassano del Grappa, e Valentina Leita), presidente della "Steda spa" di Rossano Veneto incaricata dei lavori di realizzazione della nuova sede. Imputate anche, in virtù della legge sulla responsabilità amministrativa delle società, la Banca di Cividale e la Banca popolare di Cividale (avvocato Emanuele Fisicaro, di Siena). Nessuno degli imputati ha chiesto l'ammissione a riti alternativi.

Intervista Assemblea soci Civibank 28/04/2018
 - AVVOCATO MICHELE PICCO

Il Piccolo di Trieste del 23 luglio 2005

Il Piccolo di Trieste del 23 luglio 2005 - AVVOCATO MICHELE PICCO

È una sentenza-boom, quella emessa ieri mattina dal giudice di pace triestino Albano Pellarini. Che potrebbe avere effetti di portata clamorosa in tutta Italia.
Il giudice ha infatti accolto il ricorso avanzato da Michele Picco, praticante avvocato nello studio legale Kostoris e associati, annullando per un vizio formale sia la lettera di notifica che la contravvenzione da 68 euro elevata dalla polizia municipale il 18 novembre dello scorso anno per il parcheggio dello scooter su un marciapiedi. La notifica per lettera della sanzione è stata fatta attraverso una raccomandata partita dal centro meccanografico postale di Lamezia Terme, mentre avrebbe dovuto partire da Trieste, luogo di accertamento dell'infrazione.
L'articolo 201 del Codice di procedura civile, cui si richiama il 137 del Codice della strada, dice infatti che la notifica dev'essere fatta dall'ufficiale giudiziario o da un funzionario dell'ente che ha elevato la contravvenzione i quali hanno però entrambi competenza strettamente territoriale nell'ambito del distretto cui sono assegnati. Se devono notificare fuori distretto possono farlo solo a mezzo posta, che deve però partire dal distretto di competenza. Essendo la sanzione stata elevata a Trieste, la raccomandata doveva comunque partire da qui e non da Lamezia Terme.
Il classico cavillo giuridico, che però promette di creare uno scompiglio immane, sono solo a Trieste, ma in tutti quei Comuni italiani dove le notifiche avvengono per posta in partenza dal centro di Lamezia Terme. La sentenza del dottor Pellarini entra infatti a tutti gli effetti nella giurisprudenza e costituisce un precedente utilizzabile da tutti quelli che si trovano in condizioni analoghe a quelle del giovane praticante avvocato. Tanto per rendere l'idea sul movimento tellurico che può scatenare la sentenza di ieri, basti sapere che in questo momento sono alcune decine di migliaia le raccomandate postali in viaggio per notificare contravvenzioni elevate dai vigili urbani di Trieste. E tutte partite da Lamezia Terme. Dunque, tutte impugnabili davanti al giudice di pace. E facendo una media di 100 euro a contravvenzione, sono facilmente calcolabili i mancati introiti per l'amministrazione comunale, da cui dipende la polizia municipale. Moltiplicando questi numeri per tutte le contravvenzioni impugnabili per lo stesso motivo in Italia (e c'è da giurare che non appena la notizia diventerà di pubblico dominio gli uffici dei Giudici di pace saranno ovunque presi d'assalto), si può capire che razza di putiferio potrà scatenare la sentenza del dottor Pellarini.
Cosa può fare il Comune di Trieste (e con esso tutti gli altri che si troveranno in condizioni analoghe) per opporsi? Può impugnare la sentenza del giudice di pace davanti alla Corte di Cassazione. Un'impugnazione per ogni ricorso vinto dai multati. E dunque, per un facilmente intuibile effetto domino, anche per la Suprema corte si annunciano settimane di intenso lavoro. Tutto partito da una sanzione di 68 euro per la sosta di uno scooter su un marciapiedi di Trieste!
Ieri mattina all'udienza davanti al dottor Pellarini c'erano anche alcuni funzionari della polizia municipale triestina che hanno incassato con un certo sconcerto la sentenza, anche perchè presi del tutto alla sprovvista dalle motivazioni. «Mi sembra una decisione strana, è una novità anche per noi - ci ha detto dopo aver appreso la notizia Luciano Momic, vice comandante del corpo -. A questo punto ci sarà da valutare e vedere cosa accadrà al riguardo nel prossimo futuro».
Strada invece non percorribile, quella dell'impugnazione, per chi invece, pur avendo ricevuto la notifica col vizio di forma in questione, ha già pagato la contravvenzione: il pagamento stesso ha di fatto estinto l'irregolarità della trasmissione. 
ma. co.