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Ricorsi alla Cedu

Ricorsi alla Corte Europea dei diritti dell'uomo

Ricorsi alla Corte Europea dei diritti dell'uomo - AVVOCATO MICHELE PICCO

Corte Europea dei diritti dell'uomo cos'è

Corte Europea dei diritti dell'uomo cos'è - AVVOCATO MICHELE PICCO

La Corte Europea dei Diritti dell’Uomo è un tribunale internazionale con sede a Strasburgo.

La Corte EDU è costituita da un numero di giudici pari a quello dei paesi membri. E' un organo del Consiglio d'Europa con sede a Strasburgo e si prefigge di garantire l'effettiva tutela dei diritti fondamentali dell'uomo all'interno dei Paesi Membri. La Convenzione Europea costituisce un cataolgo di diritti che sono stati riconosciuti dall'Unione Europea come pilastro fondamentale, in quanto inseriti nel Trattato dell'Unione Europea (TUE) e trasfusi nella Carta di Nizza che si sostanzia in una sorta di Costituzione del Diritto dell'Unione Europea.

Corte di Giustizia dell'Unione Europea (ECJ) e Corte Europea dei diritti dell'Uomo (ECHR) sono due entità distinte, con sede in luoghi diversi, la prima in Lussemburgo e la seconda a Strasburgo, con funzioni diverse, ma tra le quali tuttavia vi è un costante e sempre maggiore dialogo, atteso peraltro che anche il sistema dell'Unione Europea dovrebbe formalmente aderire alla Convenzione Europea (vi sono negoziati in corso, anche se il procedimento di adesione non è certo immediato).

 

La Corte Europea dei diritti dell'Uomo (Cedu) come funziona

La Corte Europea dei diritti dell'Uomo (Cedu) come funziona - AVVOCATO MICHELE PICCO

La Corte europea dei diritti dell’uomo (Corte EDU) viene istituita nel 1959 dalla Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali (CEDU) del 1950.

Il ricorso alla CEDU può essere presentato anche da un singolo individuo, purchè si trovi in uno dei paesi membri del Consiglio d'Europa, e viene promosso contro uno Stato membro del Consiglio d'Europa.

Il termine per la presentazione del ricorso è, dal 1 febbraio 2022, quello di 4 mesi dalla decisione interna definitiva (prima era di sei mesi dalla decisione definitiva interna), emessa dal Giudice di ultima istanza (per l'Italia, Corte di Cassazione o Consiglio di Stato).

Benchè il ricorso possa essere inoltrato individualmente da un singolo, i criteri per la ricevibilità del medesimo sono piuttosto severi e stringenti: essi si sostanziano soprattutto nell'attenta e scrupolosa complazione di un formulario standard che dev'essere, a pena di irricevibilità, compilato in tutte le sue parti in maniera corretta ed esaustiva.

Dal 01 gennaio 2016 sono state introdotte alcune modifiche che attengono all'art. 47 del Regolamento. Le modifiche si riferiscono ai casi in cui il ricorrente sia una persona giuridica o si faccia rappresentare da un soggetto diverso da un avvocato. Nel primo caso, si dovrà dimostrare che il soggetto che rappresenta la persona giuridica abbia gli effettivi poteri di rappresentanza di questa; nel secondo caso, sarà necessario che l'originale del ricorso venga sottoscritto anche dal soggetto rappresentante, nella sezione procura.

La Corte non esamina i ricorsi che siano incompleti o privi dei requisiti di registrazione dettati proprio dall'articolo 47 del Regolamento, dichiarandoli semplicemente irricevibili. Con la conseguenza che un ricorso non registrato non è esaminato e, qualora siano scaduti i  4 mesi (così per tutte le pronunce rese dal 1 febbraio 2022 in avanti, prima erano 6 mesi, vedasi paragrafo successivo per precisazioni) previsti per ricorrere al Giudice europeo, esso non può nemmeno essere riproposto. Per tale ragione, il primo scoglio che un’iniziativa alla Corte europea deve superare è proprio quello della registrazione del ricorso, che si può ritenere superato quando la cancelleria della Corte invia una lettera di registrazione con le etichette con codici a barre da applicare a tutte le successive comunicazione con la Corte stessa.

Inoltre, dal 01 gennaio 2016 è necessario utilizzare un nuovo fomulario. I ricorsi introdotti con il precedente formulario sono destinati ad essere dichiarati irricevibili.

La Corte si divide in cinque sezioni, all’interno di ognuna delle quali vi sono i Giudici Monocratici, i comitati composti da tre Giudici, che hanno il compito di esaminare in via preliminare le questioni sottoposte alla Corte e le Camere, composte da sette giudici che risolvono in via ordinaria i casi presentati davanti alla Corte.
La Grande Camera, che è composta dal Presidente della Corte e da diciassette membri, esamina i casi complessi o può decidere in funzione di Giudice di secondo grado nei casi i cui vi sia un ricorso, da parte del ricorrente o dello Stato, avverso la decisione emessa dalle sezioni semplici.

Le lingue ufficiali della Corte sono due: il francese e l'inglese. 

La fase introduttiva del ricorso può essere tuttavia espletata nella lingua del ricorrente (italiano, per quanto ci interessa), ma le discussioni avanti alle Camere ed alla Grande Camera vegnono necessarimente effettuate in inglese o in francese, con la possibilità che il ricorrente possa richiedere un servizio di traduzione e che lo Stato chiamato quale controparte possa rispondere e riferirsi alla Corte in una lingua diversa rispetto a quella scelta dal ricorrente (nella maggior parte dei casi i rappresentanti dello stato italiano scelgono il francese).

Materie di competenze della Corte Europea dei diritti dell'uomo CEDU

Materie di competenze della Corte Europea dei diritti dell'uomo CEDU - AVVOCATO MICHELE PICCO

Le materie nelle quali può essere richiesto il vaglio dela Corte Europea dei diritti dell'uomo sono sintetizzate nell’elenco contenuto nel  Titolo I della Convenzione :

  • il diritto alla vita,
  • il divieto di tortura,
  • il divieto di schiavitù e dei lavori forzati,
  • il diritto alla libertà e alla sicurezza;
  • il diritto ad un equo processo,
  • il principio del nullum crimen sine lege,
  • il diritto al rispetto della vita privata e familiare, le libertà di pensiero, coscienza, religione, espressione, riunione e associazione,
  • il diritto di sposarsi,
  • il diritto ad un ricorso effettivo davanti ad un’istanza nazionale,
  • il divieto di discriminazione,
  • il divieto di abuso dei diritti.

Domande frequenti sul funzionamento della Corte Europea dei diritti dell'uomo

Domande frequenti sul funzionamento della Corte Europea dei diritti dell'uomo - AVVOCATO MICHELE PICCO

CONTRO DI CHI VIENE PROMOSSO IL RICORSO ALLA CORTE EUROPEA DEI DIRITTI DELL'UOMO (CEDU)?
Contro uno Stato o contro più Stati membri, qualora il ricorrente (o i ricorrente) ritenga che questo abbia violato i diritti protetti dalla Convenzione. La controparte non può riguardare singoli soggetti privati, ma il ricorso è sempre diretto a rimuovere una violazione commessa da un'autorità pubblica.

QUANDO PRESENTARE RICORSO ALLA CORTE EUROPEA DEI DIRITTI DELL'UOMO?
Si dice che la protezione e l'intervento della CEDU è sussidiario, in quanto per regolamente non è possibile interessare la Corte di Strasburgo prima di aver esaurito tutte le istanze giudiziarie interne previsto dall'Ordinamento del singolo paese membro. Nel caso della Repubblica Italiana sarà necessario aver quindi esaurito tutti i gradi interni di giudizio (ad esempio Tribunale-Corte d'Appello e Corte di Cassazione, per indicare i più frequenti), tuttavia è possibile che in determinate materie la Corte di Strasburgo possa giudicare ammissbile un ricorso che non ha esaurito le vie interne (ad esempio non è stato esperito il rimedio del Ricorso in Cassazione) qualora tale rimedio non venga ritenuto effettivo oppure si tratti di materie per cui vi pacifico frequente condanna dello Stato italiano (equa durata del procedimento giudiziario).

C'E' UN TEMPO LIMITE PER PROPORRE RICORSO?
Il termine massimo per incardinare ricorso avanti alla Cedu è di 4 mesi (così dal 01.02.2022, prima era di 6 mesi) dalla decisione interna definitiva di ultimo grado (dal passaggio in giudicato della pronuncia del giudice interno di ultima istanza). Il mancato rispetto di tale termine implica l'immediata inammissibilità del ricorso. 

La modifica del termine da 6 mesi a 4 mesi non entrerà in vigore immediatamente in quanto l’art. 8 § 3 del Protocollo ne posticipa l’applicazione per un periodo di sei mesi (decorrente dall’entrata in vigore del Protocollo), e cioè fino al 1° febbraio 2022, precisando altresì che il nuovo termine di quattro mesi non sarà comunque applicabile ai ricorsi “in merito ai quali la decisione definitiva ai sensi dell’articolo 35, paragrafo 1, della Convenzione sia stata presa prima della data di entrata in vigore dell’articolo 4 del presente Protocollo”.

Di conseguenza, il termine di 4 mesi si applicherà a tutti i casi in cui la decisione interna “definitiva” che “esaurisce” i rimedi interni sia stata presa dal 01 febbraio in avanti, mentre per le decisioni prese fino al 31.01.22 si continuerà ad applicare l’originario termine semestrale

COME INTRODURRE RICORSO?
Il ricorso dev'essere redatto utilizzando apposito formulario "standard" reperibile sul sito della Corte. Una volta compilato correttamente questo dev'essere spedito via posta presso la Cancelleria della Corte, all'indirizzo:

The Registrar European Court of Human Rights
Council of Europe
F-67075 Strasbourg cedex

La redazione del ricorso può essere effettuata nella lingua del ricorrente (dei ricorrenti), l'eventuale discussione dovrà invece avvenire necessariamente in una delle due lingue ufficiali previste, inglese o francese.

COME SI SVOLGE IL PROCESSO AVANTI ALLA CEDU ? 
Lo svolgimento del procedimento segue una precisa procedura consultabile sul sito della Corte, per la maggior parte si svolge in forma scritta ed ogni decisione viene comunicata per iscritto al ricorrente, mentre lo svolgimento di udienze è previsto solo per particolari casi dei quali è interessata ad esempio la Grande Camera.

Dato l'alto numero di ricorsi il primo scoglio da superare è quello in ordine all'ammissibilità del ricorso. Alcuni elementi di carattere formale, come la scrupolosa compliazione del formulario, il rispetto dei termini per ricorrere, il previo esaurimento delle vie di ricorso interno costituiscono solo i pre-requisiti affinchè il ricorso possa essere vagliato nel merito, salva comunque la possibilità che detto ricorso venga dichiarato inammissibile in qualsivoglia fase del procedimento. 

Se invece il ricorso viene dichiarato ammissibile, la Corte può chiedere alle parti del procedimento di addivenire ad una composizione bonaria della lite. In assenza di definizione bonaria la Corte procede all’esame nel merito del ricorso.

Alcuni ricorsi, ove vi è un imminente pericolo per la vita e l'integrità delle persone, possono seguire una procedura particolare per un esame più urgente da parte della Cedu, che può emettere delle misure di protezione urgente che hanno valore vincolante per lo stato membro.

Nel caso in cui la Corte abbia ad accertare che lo Stato ovvero gli Stati membri hanno commesso una violazione dei diritti tutelati dalla Cedu, essa può riconoscere un'equa compensazione, ovvero un ristoro economico per il pregiudizio subito. La Corte può anche imporre allo stato membro violatore anche il rimborso delle spese legali che il ricorrente ha sostenuto per far valere il proprio diritto.

È NECESSARIA L’ASSISTENZA DI UN AVVOCATO?
L'introduzione del ricorso non necessita dell'assistenza di un legale, tuttavia questo può risultare opportuno per il corretto inquadramento del ricorso e diviene quasi necessaria in caso di esame nel merito della questione e di discussione in udienza.

DA RICORDARE

  • La Corte non può annullare le decisioni o le leggi nazionali. Gli stati membri sono chiamati all'esecuzione delle sentenze emesse dalla CEDU tuttavia è altro organo del Consiglio d'Europa che vigila sul rispetto delle sentenze emesse dalla CEDU
  • La CEDU non è giudice di appello (non si tratta di un quarto grado di giurisdizione, rispetto a quella italiana).
  • La Corte non aiuta nella redazione del ricorso ed essa non indica al ricorrente un legale che possa redigere il ricorso.
  • La Corte non può fornire informazioni sulle norme in vigore nello Stato chiamato in giudizio.